Un detto famoso dei comunisti era quello che diceva pressappoco così: “La religione è l'oppio dei popoli”.
Oggi si può affermare che lo stesso adagio ha cambiato oggetto: non sono più le sacre scritture, ma l’evasione fiscale.
Su questo fenomeno ho scritto e riscritto diversi blog e chi mi segue, sa bene come la penso, per cui non mi dilungherò sullo specifico tema dell’evasione ma su delle considerazioni affini.
Il governo dei professori, non sapendo da dove iniziare per mettere mano in questa scassata Italia, nel 2012 ha ritenuto propedeutico, per la risoluzione globale degli italici problemi, obbligare con decorrenza gennaio 2014 l’utilizzo del POS da parte dei professionisti.
L’alta e forbita motivazione: così si evita l’evasione fiscale!
Idiozia più grande non poteva essere pensata!
L’inutilità dell’installazione dei POS negli studi professionali per combattere l’evasione è la solita bufala da dare in pasto agli italioti, che come le scimmie, battono le mani senza capire il perché.
Le situazioni possibili che possono verificarsi sono da inquadrare in base alla clientela di uno studio:
1. se la maggior parte è formata da imprese;
2. se la maggior parte è composta da privati.
Nel primo caso saranno le imprese a richiedere la fattura prima di pagare in considerazione anche del fatto che gli importi richiesti non sono di piccola entità (non siamo ancora arrivati al fruttarolo!). Le imprese normalmente pagano o con bonifico (stragrande maggioranza dei casi), o con assegno, e in rari casi con ricevuta bancaria. Per cui il pagamento è tracciato.
Il secondo caso lo esemplifico con un esempio:
ad un avvocato fornito del suo bravo pos, si prospetta questa situazione: Onorario richiesto: 10.000 + Iva 2.100 euro + cap 400. Totale Onorario + Iva + CAP = €. 12.500,00. A questo punto, immancabilmente, il cliente chiede “è obbligatoria la fattura? ”
Il professionista dirà al suo cliente che la fattura è obbligatoria ma che se a non ha interesse si può evitare di farla per intero ad es: 7.000 in contanti e 1.000 con fattura. Il cliente fa un rapido conto e intuisce che se si fa fare la fattura per l’intero non avrà alcun un beneficio e il costo sarà di 12.500,00 euro secchi;
se optasse per il secondo caso il risparmio, immediato è di 2.000,00 euro di parcella oltre ad altri 2.200,00 tra iva e cap. Risparmio totale almeno 4.400,00 euro.
Ora ditemi voi tra i due chi è l’evasore? Colui (cliente) che chiede e ottiene di non pagare l’iva per 2.100,00 euro o l’avvocato che avrà anch’egli un risparmio di imposta pari più o meno allo stesso valore dell’iva?
Per i repubblicones, i puri d’animo, per tutti quelli che straparlano di etica il cattivo-evasore da abbattere è, indubbiamente, l’avvocato. Il cliente? Poverino ha cercato di risparmiare.
Entrambi in ugual misura, però, hanno evaso! (il cliente un’imposta indiretta, il professionista una diretta).
Il Pos? Resta li relegato in un cantuccio, a produrre polvere e commissioni per la banca!
Dimostrata l’inutilità dell’istallazione di questo apparecchio per la lotta alla evasione si cercano di capire le vere motivazioni che sono sicuramente diverse da quelle propinateci.
Si tenga presente che l’acquisizione di un POS ha dei costi non irrilevanti, soprattutto per i piccoli e medi studi. L’installazione implicherebbe una spesa media di cento euro, che va ad aggiungersi a un canone mensile che si aggira intorno ai trenta euro. In aggiunta su ogni transazione si arriverebbe a pagare una commissione che potrebbe addirittura superare il 3%. Sono costi, questi, che non frutterebbero né al professionista né al cliente, né tantomeno allo Stato, bensì solo alle banche che gestiscono il sistema.
Queste menti bocconiane, ideatrici di quest’ulteriore insulsaggine, aduse a parlare di massimi sistemi, molto spesso con la erre moscia, (dà sempre un tono di raffinatezza) hanno concesso, ove ce ne fosse ancora bisogno di dimostrazione, la loro concreta, tangibile ed eterna amicizia ai banchieri!
PS: A nessun genio govenativo viene in mente che se dovesse diventare operativa detta norma le parcelle aumenteranno come minimo dei costi sostenuti dai professionisti che saranno riversati, ovviamente, sulla clientela?